È uscita in libreria la Guida al cinema fantasy di Walter Catalano, Andrea Lazzeretti e Gian Filippo Pizzo. All'interno ci sono anche alcuni miei contributi. Quello qui sotto è il pezzo dedicato a Conan.
Dal fumetto al cinema: Conan il barbaro
Quando il produttore Edward R. Pressman
decise di acquistare i diritti per fare un film basato sul
personaggio, dei racconti di R.E. Howard non aveva mai sentito
parlare. Non aveva nemmeno letto le storie a fumetti, limitandosi a
innamorarsi delle potenti copertine che Frank Frazetta aveva
realizzato per i racconti originali e a capire che sì, quel
personaggio sarebbe stato perfetto per dare un ruolo ad Arnold
Schwarzenegger, della cui presenza scenica si era recentemente
invaghito.
Le trattative per l’acquisizione dei
diritti durarono più del previsto e Pressman abbandonò il progetto
per dedicarsi ad altro, ma fu da qui che partì la macchina che,
qualche anno dopo, portò alla realizzazione di Conan il Barbaro,
diretto da John Milius nel 1982 e interpretato proprio da
Schwarzenegger. Perché i produttori si possono anche perdere per
strada, ma il buon Arnold sembrava davvero l’unico in grado di
interpretare quella parte. Una prima sceneggiatura era stata scritta
però già nel 1976 da Edward Summer (l’uomo che aveva mostrato a
Pressman le opere di Frazetta) e Roy Thomas, quest’ultimo già
sceneggiatore di diverse storie a fumetti del personaggio.
La stesura di Summer e Thomas fu
abbandonata quando il progetto passò nelle mani di un Oliver Stone
non ancora famoso. Purtroppo il giovane Stone era in una fase della
sua vita particolarmente eccentrica in cui non lavorava se non aveva
addosso gli effetti di cocaina o LSD. Sostanze che resero il regista
sicuramente molto creativo ma che spinsero il progetto lontano dalla
vera essenza delle storie del barbaro facendo inoltre levitare i
costi di realizzazioni fino a cifre alte. Molto alte. Altissime.
Anzi, insostenibili, al punto che fu impossibile trovare un
finanziatore.
Ed eccoci arrivare a Milius, anche lui
piuttosto ignorante nei confronti di Conan, che per la sua pellicola
mette insieme spunti e personaggi prelevati da varie storie di Howard
e altri autori, elementi presi dai racconti a fumetti, suggestioni
visive frazettiane e altra roba rubacchiata qua e là, infila tutto
in un frullatore e tira fuori un film che, rielaborando spunti
assolutamente non originali, racconta una storia godibile e del tutto
in linea con le caratteristiche del personaggio. Una pellicola
divertente, quindi, anche se non priva di difetti: sicuramente la
migliore versione cinematografica di Conan e, quasi altrettanto
sicuramente, la migliore interpretazione di sempre di Schwarzenegger,
la cui incapacità di recitazione si rivela in questo caso perfetta
per il personaggio.
Per il successivo Conan il
Distruttore (1984) Milius lascia la poltrona di regista a Richard
Fleischer. Il soggetto del film viene scritto da Roy Thomas e Gerry
Conway, anche lui autore di fumetti. La sceneggiatura di Stanley Mann
(come anche il film in generale) lascia tuttavia insoddisfatti i due
soggettisti, che qualche anno dopo riprendono in mano la loro storia
e la realizzano (indovinate un po’?) a fumetti. La pellicola,
nonostante il buon successo ottenuto, è in effetti debole e priva di
verve, capace di deludere non solo gli autori della trama ma anche il
pubblico in sala, che si ritrova davanti un film stanco e a tratti
ridicolo.
Con il Distruttore
Schwarzenegger smette definitivamente i panni del barbaro howardiamo.
Il suo Conan sembra preso di peso dai comic books disegnati dal
“Michelangelo dei fumetti” John Buscema: quel barbaro
ipermuscoloso e dalla ridotta gamma espressiva che è poi diventato
il punto di partenza per la quasi totalità delle rappresentazioni
grafiche successive.

A questo punto si devono però attendere 27 anni perché la saga cinematografica del cimmero riprenda. È il 2011, Schwarzenegger ha appena concluso il suo secondo mandato come Governatore della California e al suo posto viene scelto il poco efficace Jason Momoa (che qualche mese dopo sarebbe stato il poco efficace interprete di Khal Drogo nel Trono di Spade). Fisicamente, il Conan di Momoa si allontana dal modello di Frazetta e Buscema per avvicinarsi di più alla rappresentazione di Barry Windsor-Smith, il primo disegnatore delle storie a fumetti. Conan the Barbarian, di Marcus Nispel, è un film mediocre per quanto abbastanza fedele ai racconti di Howard e alla visione grafica di Frazetta (a esclusione della fisicità del personaggio, come già detto), ormai diventata canone per quanto riguarda l’estetica dell’universo howardiano. Peccato che questa fedeltà ai modelli originali non sia al servizio di una trama sensata e che tutto si risolva in una serie di scontri e un’escalation di violenza. Insomma, c’è l’azione ma sembra mancare la storia. Una delusione, quindi, che per il momento non ha dato vita ad altri sequel.
Sulle pagine delle storie a fumetti di
Conan nasce l’eroina Red Sonja. Creata dallo sceneggiatore Roy
Thomas insieme a Windsor-Smith (e fortemente ispirata alla quasi
omonima howardiana Red Sonya), la guerriera dal bikini in maglia
metallica è spesso compagna di avventure del cimmero nella serie a
fumetti e viene portata sul grande schermo nel 1985 da Brigitte
Nielsen nel film Yado. Un anno dopo Conan il Distruttore,
Richard Fleischer riprende quindi le tematiche howardiane per un film
che vede protagonista la spadaccina rossa, che presta anche il suo
nome al titolo. Yado, personaggio secondario, ottiene invece la
gloria del titolo italiano ed è interpretato da Schwarzenegger, che
lasciati i panni di Conan si cimenta in questo nuovo (e non troppo
diverso) ruolo, dando origine a un cortocircuito logico che non aiuta
a dimenticare la pochezza e l’inutilità della pellicola.
Red Sonja incontrerà personalmente
Conan in carne e ossa solo nella serie televisiva a lui dedicata e
andata in onda tra il 1997 e il 1998: Conan l’avventuriero.
Interpretato da Ralf Miller, a suo tempo il telefilm è stato
trasmesso anche in Italia... ma se non ve lo ricordate vi assicuriamo
che c’è un motivo.
Maggiormente degna di interesse è
invece la precedente serie animata Conan, realizzata tra il
1992 e il 1994. Trattandosi di una produzione per bambini,
ovviamente, il livello di violenza tende allo zero e le tematiche
sono quelle adatte a un pubblico infantile, ma se si riesce a
guardarla senza troppo integralismo howardiano ci troviamo davanti a
una serie divertente, che almeno i bambini riesce a intrattenerli.
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