giovedì 23 novembre 2017

I film di Conan il barbaro (secondo me)

È uscita in libreria la Guida al cinema fantasy di Walter Catalano, Andrea Lazzeretti e Gian Filippo Pizzo. All'interno ci sono anche alcuni miei contributi. Quello qui sotto è il pezzo dedicato a Conan.


Dal fumetto al cinema: Conan il barbaro
Difficile immaginare come sarebbe stato il franchise di Conan senza le storie a fumetti.
Quando il produttore Edward R. Pressman decise di acquistare i diritti per fare un film basato sul personaggio, dei racconti di R.E. Howard non aveva mai sentito parlare. Non aveva nemmeno letto le storie a fumetti, limitandosi a innamorarsi delle potenti copertine che Frank Frazetta aveva realizzato per i racconti originali e a capire che sì, quel personaggio sarebbe stato perfetto per dare un ruolo ad Arnold Schwarzenegger, della cui presenza scenica si era recentemente invaghito.
Le trattative per l’acquisizione dei diritti durarono più del previsto e Pressman abbandonò il progetto per dedicarsi ad altro, ma fu da qui che partì la macchina che, qualche anno dopo, portò alla realizzazione di Conan il Barbaro, diretto da John Milius nel 1982 e interpretato proprio da Schwarzenegger. Perché i produttori si possono anche perdere per strada, ma il buon Arnold sembrava davvero l’unico in grado di interpretare quella parte. Una prima sceneggiatura era stata scritta però già nel 1976 da Edward Summer (l’uomo che aveva mostrato a Pressman le opere di Frazetta) e Roy Thomas, quest’ultimo già sceneggiatore di diverse storie a fumetti del personaggio.
La stesura di Summer e Thomas fu abbandonata quando il progetto passò nelle mani di un Oliver Stone non ancora famoso. Purtroppo il giovane Stone era in una fase della sua vita particolarmente eccentrica in cui non lavorava se non aveva addosso gli effetti di cocaina o LSD. Sostanze che resero il regista sicuramente molto creativo ma che spinsero il progetto lontano dalla vera essenza delle storie del barbaro facendo inoltre levitare i costi di realizzazioni fino a cifre alte. Molto alte. Altissime. Anzi, insostenibili, al punto che fu impossibile trovare un finanziatore.
Ed eccoci arrivare a Milius, anche lui piuttosto ignorante nei confronti di Conan, che per la sua pellicola mette insieme spunti e personaggi prelevati da varie storie di Howard e altri autori, elementi presi dai racconti a fumetti, suggestioni visive frazettiane e altra roba rubacchiata qua e là, infila tutto in un frullatore e tira fuori un film che, rielaborando spunti assolutamente non originali, racconta una storia godibile e del tutto in linea con le caratteristiche del personaggio. Una pellicola divertente, quindi, anche se non priva di difetti: sicuramente la migliore versione cinematografica di Conan e, quasi altrettanto sicuramente, la migliore interpretazione di sempre di Schwarzenegger, la cui incapacità di recitazione si rivela in questo caso perfetta per il personaggio.
Per il successivo Conan il Distruttore (1984) Milius lascia la poltrona di regista a Richard Fleischer. Il soggetto del film viene scritto da Roy Thomas e Gerry Conway, anche lui autore di fumetti. La sceneggiatura di Stanley Mann (come anche il film in generale) lascia tuttavia insoddisfatti i due soggettisti, che qualche anno dopo riprendono in mano la loro storia e la realizzano (indovinate un po’?) a fumetti. La pellicola, nonostante il buon successo ottenuto, è in effetti debole e priva di verve, capace di deludere non solo gli autori della trama ma anche il pubblico in sala, che si ritrova davanti un film stanco e a tratti ridicolo.
Con il Distruttore Schwarzenegger smette definitivamente i panni del barbaro howardiamo. Il suo Conan sembra preso di peso dai comic books disegnati dal “Michelangelo dei fumetti” John Buscema: quel barbaro ipermuscoloso e dalla ridotta gamma espressiva che è poi diventato il punto di partenza per la quasi totalità delle rappresentazioni grafiche successive.


A questo punto si devono però attendere 27 anni perché la saga cinematografica del cimmero riprenda. È il 2011, Schwarzenegger ha appena concluso il suo secondo mandato come Governatore della California e al suo posto viene scelto il poco efficace Jason Momoa (che qualche mese dopo sarebbe stato il poco efficace interprete di Khal Drogo nel Trono di Spade). Fisicamente, il Conan di Momoa si allontana dal modello di Frazetta e Buscema per avvicinarsi di più alla rappresentazione di Barry Windsor-Smith, il primo disegnatore delle storie a fumetti. Conan the Barbarian, di Marcus Nispel, è un film mediocre per quanto abbastanza fedele ai racconti di Howard e alla visione grafica di Frazetta (a esclusione della fisicità del personaggio, come già detto), ormai diventata canone per quanto riguarda l’estetica dell’universo howardiano. Peccato che questa fedeltà ai modelli originali non sia al servizio di una trama sensata e che tutto si risolva in una serie di scontri e un’escalation di violenza. Insomma, c’è l’azione ma sembra mancare la storia. Una delusione, quindi, che per il momento non ha dato vita ad altri sequel.
Sulle pagine delle storie a fumetti di Conan nasce l’eroina Red Sonja. Creata dallo sceneggiatore Roy Thomas insieme a Windsor-Smith (e fortemente ispirata alla quasi omonima howardiana Red Sonya), la guerriera dal bikini in maglia metallica è spesso compagna di avventure del cimmero nella serie a fumetti e viene portata sul grande schermo nel 1985 da Brigitte Nielsen nel film Yado. Un anno dopo Conan il Distruttore, Richard Fleischer riprende quindi le tematiche howardiane per un film che vede protagonista la spadaccina rossa, che presta anche il suo nome al titolo. Yado, personaggio secondario, ottiene invece la gloria del titolo italiano ed è interpretato da Schwarzenegger, che lasciati i panni di Conan si cimenta in questo nuovo (e non troppo diverso) ruolo, dando origine a un cortocircuito logico che non aiuta a dimenticare la pochezza e l’inutilità della pellicola.
Red Sonja incontrerà personalmente Conan in carne e ossa solo nella serie televisiva a lui dedicata e andata in onda tra il 1997 e il 1998: Conan l’avventuriero. Interpretato da Ralf Miller, a suo tempo il telefilm è stato trasmesso anche in Italia... ma se non ve lo ricordate vi assicuriamo che c’è un motivo.
Maggiormente degna di interesse è invece la precedente serie animata Conan, realizzata tra il 1992 e il 1994. Trattandosi di una produzione per bambini, ovviamente, il livello di violenza tende allo zero e le tematiche sono quelle adatte a un pubblico infantile, ma se si riesce a guardarla senza troppo integralismo howardiano ci troviamo davanti a una serie divertente, che almeno i bambini riesce a intrattenerli.
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