venerdì 2 marzo 2012

Philip K. Dick - Dietro le quinte

Sta per arrivare in libreria (anche se da ieri è già disponibile per l'acquisto on line dal sito dell'editore) il mio ultimo lavoro a fumetti, la biografia - che in realtà biografia non è - di Philip K. Dick (che vedete qui a fianco, da bambino, al momento del suo primo incontro con la fantascienza).
E' quindi il momento di un piccolo dietro le quinte.
Cominciamo dal gatto. Con lui si apre e si chiude il libro, in qualche modo è attraverso di lui che seguiamo la vita di Dick. L'ispirazione (declinata però in un modo del tutto diverso) viene dritta dritta dall'ultima storia scritta da Guido Nolitta, a cui tra l'altro il libro è dedicato. In quella storia, ultima anche della saga di Mister No, almeno per quanto riguarda la collana regolare, di tanto in tanto interveniva un tucano per parlare direttamente al lettore narrandogli gli avvenimenti. Dubito che un lettore riuscirebbe a percepire il collegamento, ma è proprio da lì che viene l'idea iniziale del gatto parlante.
Continuiamo con i riferimenti storici. Le riviste che si vedono nelle pagine iniziali del libro sono davvero quelle che erano in edicola in quel momento (sia Life che il National Geographic, così come, ovviamente, Stirring Science Stories, della quale uscirono solo quattro numeri, di cui quello che vediamo era il primo). Ricercarne le copertine per inserirle in digitale è stato un vero spasso, così come decidere che il disco "ubik" che si vede a pagina 29 è in realtà Conception di Miles Davis (uscito poco prima), la cui copertina è stata abilmente taroccata da Pierluigi.
Lunghe sono state anche le discussioni su quale dovesse essere il soggetto del manifesto appeso nella cameretta del piccolo Philip. Alla fine si è deciso per un'immagine del Little Nemo, di Winsor McCay: per un autore che il tema di "cos'è la realtà" l'ha esplorato in lungo e in largo, non poteva esserci idea migliore.
Per chiudere, una curiosità. Alcune sequenze, per esempio quelle che iniziano a pag. 40 e a pag. 63, sono interamente opera di Pierluigi. Prima di iniziare il lavoro vero e proprio Gigi aveva infatti realizzato lo storyboard di alcune sequenze, e gli erano venute così bene da farmi decidere di incorporarle nella sceneggiatura pressoché tali e quali.
Leggetelo, se vi va!
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