Questo invece sono io davanti al signor Free Books. |
Ecco, io su quel mai, mai e poi mai qualcosa da ribattere ce l'ho.
Io ho lavorato gratis. Ho scritto sceneggiature e racconti senza essere pagato. Più volte. (Mi è capitato anche di lavorare per gente che prometteva di pagare e poi non lo faceva, ma qui stiamo parlando di altro... degli stronzi mentitori magari ne discutiamo un'altra volta.)
Ho lavorato gratis, dicevo, e l'ho fatto in varie occasioni. Ecco un elenco non esaustivo.
- Progetti a scopo di beneficenza.
- Iniziative senza scopo di lucro alle quali mi è stato chiesto di dare una mano e che ho trovato interessanti.
- Piccole autoproduzioni altrui.
- Storie realizzate per il web e fatte per il puro piacere di farle.
E sicuramente ce ne sono altre.
A volte faccio degli incontri con i lettori senza chiedere soldi a chi li organizza. Quando per esempio mi chiamano a parlare in una scuola (e ho tenuto lezioni in scuole di ogni tipo, dalle elementari all'università), semplicemente perché credo ne valga la pena, perché so che i soldi dedicati all'istruzione sono praticamente inesistenti e perché siccome penso che invece quei soldi ci dovrebbero essere ce li metto io, con il mio tempo e a volte con le spese del viaggio.
Insomma, credo che l'obiezione incondizionata al lavoro gratuito sia una stronzata. Per quanto mi riguarda c'è un'unica condizione che preclude a prescindere mie collaborazioni gratuite, ovvero quando il richiedente ottiene un guadagno personale dal mio lavoro (che sia monetario, di visibilità o di altro tipo). Perché in quei casi si chiama sfruttamento, e farsi sfruttare è da pirla. Negli altri casi, in genere, almeno prendo in considerazione l'ipotesi. Per ora non me ne sono pentito mai.
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Quello non si chiama lavoro gratuito ma volontariato
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