mercoledì 14 maggio 2014

Saguaro, il pudore e la tecnica

 Saguaro è una serie che qualsiasi aspirante sceneggiatore dovrebbe leggere. Che gli piaccia o meno il genere, che trovi o meno nelle sue corde il tipo di narrazione. Perché ha trame solide ed è scritta in modo estremamente consapevole.
Ho letto (con un ritardo di quindici giorni, quindi se volete cercarlo in edicola sbrigatevi perché lo trovate ancora per due settimane scarse) il n. 24, "Il killer" (scritto da Bruno Enna e disegnato da Luigi Siniscalchi, pubblicato ovviamente da Sergio Bonelli Editore).
Date un'occhiata a questa sequenza (cliccando sulle immagini si ingrandiscono). La qualità delle scansioni non è granché, ma accontentatevi.




Cosa c'è in questa sequenza? In realtà una cosa molto semplice: i nostri eroi che arrivano sulla scena di un delitto particolarmente efferato. Quale migliore occasione per sfruttare il colpo scenico e mostrare il sangue, il cadavere straziato, le ferite? Del resto il fumetto parla grazie all'immagine, giusto?
Giusto, o forse no. Il fumetto parla grazie alle immagini: grazie a quello che mostra... e grazie a quello che invece nasconde.
E Bruno Enna decide di non farcelo vedere, questo cadavere, lasciandolo costantemente fuori campo (tranne per un piccolo dettaglio nella prima pagina della sequenza), aiutato da Luigi Siniscalchi, che riesce a gestire la sequenza in modo estremamente naturale, senza far percepire al lettore nemmeno per un attimo che gli si stia nascondendo qualcosa.
Queste pagine mostrano una raffinatezza e un'attenzione al dettaglio fuori dall'ordinario. Ed è una scelta che può apparire bizzarra: mentre i mezzi d'informazione non lesinano fotografie anche ravvicinate di morti ammazzati e cadaveri reali, Enna e Siniscalchi vanno in controtendenza: mostrano pietà nei confronti della vittima, anche se è una vittima di carta, un personaggio inventato. E non può essere accolta l'obiezione secondo cui l'orrore più forte è quello che non si vede, perché non sembra essere questa l'intenzione degli autori. In queste pagine non c'è voglia di inorridire, ma pudore. Un pudore purtroppo sempre più raro, che si ritrova solo nelle opere di professionisti dotati di grande tecnica ma, soprattutto, di grande sensibilità.
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1 commento:

  1. Saguaro è un esempio di fumetto d'alta qualità.
    Promosso, mi sembra, dagli appassionati e critica.
    Un po' meno (meriterebbe 100.000 copie a numero) dal pubblico acquirente.

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