lunedì 25 novembre 2013

Viaggio nel tempo

Leggo Hellblazer: Città di demoni (di Si Spencer e Sean Murphy, Rw Lion), uno degli ultimi libri dell'occultista inglese usciti in italia, e alla fine trovo una sorpresa. Una storia brevebrevebreve del vecchio John, realizzata da Dave Gibbons. Si intitola Un altro maledetto Natale.
E all'improvviso vengo catapultato nel 1999.

Victoria Station. Sera. L'ultimo autobus che poteva riportarmi a casa è partito. E casa è un filino fuori città. A una settantina di miglia, più o meno.
Fa freddo, è più o meno la fine di novembre. Potrei cercare un albergo, ma in fondo cosa sarà mai passare una notte in stazione. E poi chissà quanto mi costerebbe.
Prendo qualcosa da mangiare e mi siedo su un gradino. Tiro su il colletto della giacca di pelle e incasso un po' la testa per proteggermi dal freddo, ma c'è un vento impossibile. Allora mi sposto in un portone. Tanto la notte passerà presto, mi dico, e il primo bus partirà in men che non si dica.
In borsa ho un giornaletto, comprato quel giorno stesso. Il terzo Winter's Edge, una mini antologia dei personaggi e delle serie della Vertigo. Dentro ci sono Sandman, 100 Bullets, Books of Magic. E poi c'è lui, Hellblazer, in uno strano racconto illustrato, non a fumetti, intitolato Another Bloody Christmas. E con le mani gelate, con il vento che tenta di girare le pagine, inizio a leggere.
Vengo interrotto da un tizio. L'ho già visto passare, prima, ma stavolta si ferma. E' un signore con i capelli lunghi, sporchi e spettinati. Porta un asciugamano a mo' di scialle: non riesco a vederlo da vicino ma è macchiato. Parrebbe sangue.
Mi chiede cosa faccio. Leggo un giornaletto, dico. Ma lui intende un'altra cosa: quello è il suo portone. E io non voglio guai.
Finisco sulle scale di un sottopassaggio chiuso. Sì, in zona non c'era niente di meglio per ripararsi dall'aria sempre più gelida della notte londinese. Ho anche cercato di allontanarmi da Victoria Station, ma arrivato a Pimlico ho sentito che c'erano dei casini per strada e solo tornato indietro. Molto più rassicurante il tizio con l'asciugamano sporco di sangue.
Quindi sono sui gradini del sottopassaggio. Siamo in tre: io, John Constantine e la mia giacca di pelle, non abbastanza lunga da riparare anche le gambe.
E poi ci sono le storie di The Dreaming e Transmetropolitan, e quelle delle ancora inedite The Great Satan (il cui titolo, non lo so ancora, sarà modificato in Outlaw Nation), Deadenders e Swamp Thing.
Ma è John quello che conosce Londra. E' lui quello che mi dice che non c'è da preoccuparsi: che basta una giacca pesante per passare la notte.
E infatti ha ragione. La notte passa. E arriva l'alba.

Se mai voleste farlo, quindi, non mi chiedete perché oggi leggo ancora i fumetti di quanto avevo vent'anni.
Né perché continuo a indossare una giacca di pelle sformata.
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