lunedì 5 agosto 2013

La crusca: una bugia

La crusca, il racconto breve che mi è valso il terzo posto alla sezione letteraria della trentasettesima edizione del Campionato italiano della Bugia di Le Piastre.

Il mio diploma di bugiardo.
Come si vede dal nome,
bugiardo anch'esso.

La crusca

Mio nonno faceva il fornaio in quegli anni in cui per trovare un po’ di farina si doveva girare tutta la valle. Per un po’ ce la fece, ma poi arrivò il momento in cui non riuscì più a racimolarne abbastanza. E allora, perché la gente del paese non rimanesse senza pane, iniziò ad allungare la farina con la crusca, dopodiché, quando anche la crusca finì, prese a fare le focacce con la segatura del legno. Tanto d’aspetto erano più o meno uguali.
Mi raccontava che si sentiva in colpa, il nonno, a vendere i pani di segatura, ma che altro poteva fare, con moglie e due figlioli?
Tra l’altro, temeva che la gente se ne sarebbe accorta e avrebbe smesso di comprarle, quelle focacce, ma invece le richieste aumentavano. Andavano a comprarle anche dagli altri paesi della zona, e spesso gliene prendevano in gran quantità. Tanto che a un certo punto non riuscì più a soddisfare le richieste e dovette chiedere aiuto al fornaio di un borgo vicino. I due si erano guardati in cagnesco per anni, da eterni concorrenti, ma il nonno non aveva altra scelta.
Allora andò da quest’altro fornaio, e quando arrivò fu accolto con un benvenuto che non gli era mai stato riservato.
Hai visto? - gli disse l’altro - Bastava che uno dei due cambiasse lavoro perché gli affari di entrambi cominciassero ad andare a gonfie vele!”
Il nonno si guardò intorno: “Ma che dici? A me questa mi pare ancora una bottega da fornaio”.
Certo, e vendo focacce a volontà. Invece, da quanto ho sentito, in tutta la valle non si trovano mensole che siano robuste come le tue!”

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