mercoledì 28 dicembre 2011

Sergio Bonelli e Fumo di China

Oggi pomeriggio sono andato in edicola e ho comprato l'ultimo numero di Fumo di China. E' una cosa che, nel corso degli oltre tre anni in cui ho lavorato alla rivista, non ho fatto mai, visto che la ricevo regolarmente per posta.
Ma questa volta non ne ho potuto fare a meno: su questo numero (il 199), c'è infatti un lungo dossier dedicato a Sergio Bonelli, un dossier che ho curato con particolare amore e attenzione, pur non avendo scritto personalmente nessuno degli articoli che lo compongono.
Bonelli è morto tre mesi fa, ma non importa. Abbiamo preferito aspettare e fare le cose con calma per tributargli i giusti onori piuttosto che limitarci a mettere insieme una serie di articoli vari. Volevamo fare qualcosa che fosse ragionato, per così dire, senza improvvisare.
Se siete lettori di fumetti non importa che vi spieghi perché, da parte di tutta la redazione, questo numero è stato particolarmente sentito. Se non siete lettori di fumetti e ancora non avete capito qual è l'argomento di questo post, leggete qui per farvene una vaga idea.
Insomma, aspettare che tra qualche giorno il postino mi recapitasse la copia a casa non era possibile (e poi figuriamoci, con tutte le feste di mezzo chissà quando arriverà).
L'impressione sfogliando il numero è proprio buona, a cominciare dalla copertina, per l'occasione più rigida e lucida. Sarebbe bello poterla avere sempre così, anche per i numeri successivi al 200, per il quale è già prevista. Ma temo che non sia possibile per una questione di costi.
Belli poi gli articoli (ma già lo sapevo), bello il corredo iconografico (ma sapevo anche questo), bella l'impaginazione (idem). Ho già trovato il primo errore di battitura (di cui ovviamente ignoravo la presenza ma che doveva esserci, da qualche parte), ma non importa. Per quanto mi riguarda, è il miglior numero che abbiamo mai fatto.
Ma io con i fumetti di Bonelli ci sono cresciuto, quindi non faccio testo.

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