lunedì 25 aprile 2011

Il tuo matrimonio

Caro William,
non ti ho mai chiesto niente se non la tua amicizia, e tu lo sai. Anche se avrei potuto, ma non era quello che mi interessava.
Ci siamo frequentati solo per poco tempo, ma sono stati grandi momenti, sia per me che per te. Io ero a Cambridge, tu e Eton. E ogni venerdì sera rubavo una macchina per venirti a prendere, un’ora e mezzo di guida, tu ti calavi dalla finestra legando qualche lenzuolo e via, verso il pub più vicino, o nelle serate migliori, al club, dove si ballava fin quasi all’alba. Un paio di occhiali, un po’ di cotone idrofilo a contrasto con le gengive, e via che sembravi un altro.
A volte venivi tu, ma era raro che ti lasciassero uscire. E ti fermavi a dormire da me, o più spesso a casa di qualche ragazza che ti presentavo. Te la ricordi Sarah, quella bellissima scozzese che non si capiva mai niente di quello che diceva? O Vicky. Ricordo che subito dopo averti conosciuto mi sussurrò all’orecchio: “Somiglia al principe del Galles”. Io risi, ti strizzai l’occhio e quella notte dormii fuori.
E te le ricordi quelle dodici banconote da venti sterline che ti prestai perché la tua credit card non ne voleva sapere di funzionare e tu stavi cercando di non farti riconoscere? Che casino che sarebbe venuto fuori se ti avessero sorpreso in giro, di notte, a scolarti bottiglie su bottiglie di birra nascosto sotto all’argine del Granta. Oppure ad assaggiare i cocktail del Fez Club. Ma non lo seppe mai nessuno, se non noi. A volte Sandrine mi chiede ancora di te, se ci sentiamo ancora, se ci frequentiamo. E io le dico che sì, a volte...
Vicky mi ha scritto, qualche giorno fa. Ha trovato il mio account su facebook, e anche se sono passati dieci anni mi ha scritto. Mi ha chiesto di te. Del “principe di Galles”, come ti chiamava, “l’uomo più tenero del mondo”. Non ha mai capito di chi stesse parlando davvero. Anche perché “he is left-handed, and royal guys must be right, right?” Che fantastica ingenuità.
E quelle duecentoquaranta sterline, non le ho riviste mai. Forse per te non meritavano attenzione, anche se a me ci volevano dieci giorni per guadagnarle. Ottomila sterline l’anno è una cifra strana. Significa 666 sterline al mese. Il numero del diavolo.
Comunque sia, ho saputo che ti sposi. Lo dicono i giornali, la tv, lo dicono tutti quanti. Ti sposi e la Gran Bretagna farà una festa grandissima, più grande di quante si siano mai viste. Una festa alla quale non parteciperò, perché finché ti servivano dei favori Francesco di qua e Francesco di là, ma adesso che non ne hai più bisogno chi s’è visto s’è visto e nemmeno uno straccio di invito alla cerimonia. Ma va bene così. In fondo, neanche mi piacciono tanto, i matrimoni.
Però, scusami se insisto, un bonifico per quelle duecentoquaranta sterline potresti anche farmelo.
Sinceramente,
tuo
Francesco

3 commenti:

  1. Lo dicevo che eri lo sceneggiatore più british del panorama fumettistico italiano.

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  2. Che poi, per rimanere in tema: http://youtu.be/JLLXdOquqp0

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  3. Ma poi, diciamola tutta. Chi è che gliel'ha presentata, Kate?
    Guarda, a volte l'ingratitudine...

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